martedì 4 novembre 2014

Parabole e apologeti - cap. 2


(continua dal cap. 1)
Improvvisamente, benché la guerra a Scientology non cessi mai del tutto, Narconon si vede riabilitato e riconosciuto non solo da Regioni e Comuni, ma dallo stesso Ministero dell’Interno, che inserisce i centri nell’elenco delle comunità terapeutiche del Dipartimento politiche anti-droga: è arrivata l’era Fini-Giovanardi. [enfasi nell'originale]
Di male in peggio. Complottismi a parte, ciò che ha scritto Maffia lascia allibiti. Le "Regioni" - al plurale - che nominano il Narconon sono solo una, la Puglia (dove tra l'altro opera il baluardo anti-sette CeSAP di Lorita Tinelli, a dimostrazione dell'autorevolezza e credibilità di cui gode quel "centro studi" presso la sua regione). Nell'albo della Regione Puglia è iscritta la "sede operativa “Narconon – Il Gabbiano”", per cui nessun Narconon (in quanto dottrina o istituzione) è stato "riabilitato e riconosciuto": si tratta esclusivamente della specifica associazione "Narconon - Il Gabbiano" di Melendugno. Si noti inoltre che nessuno degli altri quindici centri Narconon compare nelle liste di altre regioni; la Regione Puglia è un'eccezione.

In merito al fatto che "lo stesso Ministero dell’Interno" avrebbe "riabilitato e riconosciuto" il Narconon, gli scientologi (da cui Maffia pare essere stato indottrinato) possono urlarlo fino allo sfinimento, ma la realtà non cambia: non è vero. E che non sia vero è puntualmente spiegato nella risposta ufficiale del Governo a una interrogazione parlamentare del 2009. Risposta che tra l'altro è firmata proprio da quel Carlo Giovanardi che Maffia considera l'artefice della riabilitazione (insieme a Fini) del metodo Narconon.

Infine "l’elenco delle comunità terapeutiche del Dipartimento politiche anti-droga", che Maffia scrive in grassetto quasi fosse la legittimazione più prestigiosa, quella certificazione regina che sancirebbe l'approvazione da parte del Ministero dell'Interno e che annovererebbe il Narconon come istituzione riconosciuta. Non è vero niente. Se apriamo il sito del Dipartimento non troveremo alcuna voce di menù del tipo "Centri riconosciuti" o "Albo ufficiale" o "Comunità abilitate", o definizioni simili. Nel menù di sinistra troviamo la più modesta voce "Indirizzi utili" e da lì, se andiamo alla pagina delle comunità, come prima cosa troveremo il seguente avviso:
Il Dipartimento invita gli operatori a comunicare eventuali discordanze o modifiche all'indirizzo dipartimentoantidroga@governo.it
Il che rende l'idea del grado di informalità con cui viene compilata la lista. A questo punto, scorrendo le 53 associazioni presenti nella regione Puglia troviamo di nuovo il solito "Narconon – Il Gabbiano". In sostanza, quello pubblicato dal Dipartimento per le politiche antidroga non è un albo, non è un registro delle comunità abilitate da Ministero o cose simili. Il Dipartimento ha creato un sito web rivolto alla cittadinanza e, fra le altre notizie pratiche, vengono forniti gli indirizzi delle associazioni presenti sul territorio nazionale. Poiché il centro "Il Gabbiano" figura nell'elenco della Regione Puglia, è logico che appaia anche in quella raccolta di indirizzi. Si tenga presente che tra le circa 800 comunità riportate dal Ministero (insieme agli oltre 550 SerT), l'unico Narconon operante in Italia risulta essere sempre il solito "Il Gabbiano" pugliese.

Quanto a "l’era Fini-Giovanardi", manco a dirlo non c'entra niente. L'odiosa legge eponima di quei due statisti che il mondo ci invidia è del febbraio 2006, mentre l'iscrizione della "sede operativa “Narconon – Il Gabbiano”" nel registro della Regione Puglia è del maggio 2005.

Ora, posto che la sua buona fede è ovvia, se Maffia ha scritto quelle cose è perché si è basato su informazioni che considerava veritiere. Purtroppo per lui però, ha preso per oro colato le veline ricevute dai vertici di Narconon/Scientology (1) (probabilmente passategli da - o su ordine di - Gianni Zanella [2]). Informazioni, come abbiamo già visto, "poco aderenti alla realtà" (3). Eppure sarebbe bastato poco: se prima di pubblicare il suo articolo avesse consultato chi è più informato di lui, per esempio quella Simonetta Po che cita nel suo articolo come esperta di Scientology (e di cui mostra di conoscere le vicende personali), Maffia avrebbe compiuto correttamente il suo dovere e avrebbe evitato di trasformarsi nel deplorevole megafono propagandistico di notizie apologetiche di un gruppo controverso (i cui metodi "non possono andare esenti da giudizi del tutto critici e negativi sotto un profilo morale ed etico"). Notizie che, soprattutto, non sono vere. In realtà non serviva neppure la competenza della dr.ssa Po, dato che perfino una nullità come chi scrive è stato in grado di trovare in pochi minuti tutte le informazioni qui riportate. Per esempio basta digitare su Google "convenzione narconon regione puglia" per ottenere come primo risultato la risposta all'interrogazione parlamentare che smentisce la fandonia del Narconon "riabilitato e riconosciuto" dal Ministero dell'Interno. Stessa cosa per le altre affermazioni non vere propinate dai vertici del Narconon (ossia di Scientology) a Maffia, e da questi a noi lettori. Se c'è riuscito con tanta facilità il sottoscritto, come è possibile che non ci sia riuscito un giornalista professionista? La domanda è retorica, ma non è pleonastico sottolineare l'ingenuità con cui Maffia ha accettato per verità la malsana propaganda di OSA, quella sorta di servizio segreto di cui si è dotata Scientology (4), così come non è superfluo evidenziare il suo aspetto complementare: la facilità con cui OSA riesce a convincere un giornalista ideologicamente predisposto ad accogliere certe informazioni.

Quanto alla "guerra a Scientology" condotta dalle istituzioni italiane con cui Maffia inizia la sua frase, il lettore dovrebbe rivolgersi direttamente all'autore, poiché chi scrive ne è all'oscuro.
la studiosa che ha deciso davvero di fare la "lotta a Scientology"
La studiosa è la dr.ssa Simonetta Po che, con lo pseudonimo "Martini", ha creato e gestisce il sito Allarme Scientology, una biblioteca di informazione critica. L'aver messo "lotta a Scientology" fra virgolette rende variamente interpretabile il significato della locuzione e, c'è da sperare, esclude una lettura in senso letterale. Da quanto scrive e dal suo sito web, si evince chiaramente che l'intenzione della Po è fare informazione sugli aspetti controversi di Scientology e su certi abusi ravvisabili al suo interno, non certo quello di fare "davvero" la "lotta a Scientology", espressione che denota un intento distruttivo (e fanatico) non ravvisabile di certo in "Martini" e che la Po non ha mai usato, essendo ben distante dalle posizioni estremistiche di certi anti-sette (che non a caso la perseguitano). Essendo la Po impegnata in un'opera di informazione quanto più possibile equilibrata e corretta, diviene più chiaro che cosa ha indotto Maffia ad aggiungere la frase successiva: "Simonetta Po si è distinta in quest’azione che si può condividere o meno" [enfasi nell'originale]. Dato il genere di informazione firmata da Maffia, viene da supporre che lui non condivida un'informazione il più possibile corretta come quella della Po.

Il contorto e complottistico articolo di Maffia è un j'accuse contro il "regime", un regime che non si farebbe scrupolo di santificare strumentalmente il Narconon pur di condurre la sua guerra contro le droghe leggere. Solo che per dimostrare questo teorema, Maffia fa esattamente ciò che sta censurando: santifica strumentalmente Narconon al fine di condurre la sua guerra a favore della marijuana e dell'autodeterminazione.

È ovvio che, come a tutti, uno Stato di diritto ha il dovere di riconoscere e tutelare i diritti anche a Narconon/Scientology. Ma da qui a esaltare un movimento non certo cristallino come la multinazionale dell'intelligenza e dell'etica, il passo è lungo e la fallacia logica macroscopica: ammesso e non concesso che Scientology abbia subito dei torti giudiziari, questo non la rende un movimento da osannare. Ironicamente è proprio Scientology che non ha alcun diritto di lamentarsi della malagiustizia: si è dotata di regolamenti interni che impongono di abusare del sistema giudiziario al fine di molestare con denunce pretestuose chi esercita il proprio diritto di opinione (che è quel diritto su cui Maffia si scalda tanto). Si noti che è Maffia stesso che nel suo articolo accenna alle angherie subite dalla Po, la quale le ha subite da Scientology e non da "un’organizzazione affiliata a Scientology", come scrive Maffia in modo quantomeno inappropriato.

Benché Maffia sia nel giusto nel ricordare che "scorrettezze ben più gravi" di quelle perpetrate da Scientology, la Po le ha subite "da parte nientemeno che degli stessi gruppi anti-sette collaboratori delle forze dell’ordine!", questo raffronto di per sé corretto non deve oscurare le colpe dell'Ufficio Affari Speciali di Scientology. È Scientology che per vendetta - come da direttive interne - ha presentato una querela contro la Po assolutamente pretestuosa; una ritorsione intesa a farle affrontare le ingenti spese di un giudizio insensatamente perseguito fino in Cassazione. Fu qualcuno di Scientology a creare un sito web con l'unico scopo di pubblicare false e-mail atte a screditarla. Fu sempre Scientology che, sfruttando l'amicizia di giornalisti e di politici compiacenti quanto fresconi, fece presentare ben due interrogazioni parlamentari con accuse tanto gravi quanto false contro la Po, che si limita ad esercitare il proprio diritto di libertà di pensiero in modo corretto (5). Una ricchissima multinazionale scatenata contro un persona sola, peraltro senza nemmeno una associazione alle spalle che potesse sostenerla (ma con il gaudio di certi gruppi antisette). Tutti "fastidi" - come li definisce Maffia che evidentemente non li ha subiti - che non sono il frutto di iniziative personali di "membri affiliati", come egli lascia intendere per scagionare l'organizzazione, senza rendersi conto dell'ossimoro.

Ho riportato come esempio alcune delle molestie subite dal gestore di Allarme Scientology perché è lo stesso Maffia ad accennarne nel suo articolo, ma sarebbe lungo l'elenco delle persone molestate, o peggio, a cui la crudele (6) e dispotica organizzazione - lodata e descritta da Maffia come un buon samaritano - ha dedicato le sue sgradevoli attenzioni. No, se anche la chiusura dei Narconon ordinata dalla Mulliri fosse stato un accanimento giudiziario, e non lo fu, Scientology resterebbe ugualmente un'organizzazione prepotente, intollerante e liberticida, così come Pietro Pacciani o Renato Vallanzasca resterebbero dei delinquenti anche se fossero stati ingiustamente accusati del furto della Gioconda.

Tutti noi abbiamo il diritto di ricevere informazioni quanto più possibile corrette, e i giornalisti hanno l'obbligo di non propinarci fandonie. L'articolo di Maffia è un'apologia del Narconon (non a caso i commenti all'articolo sono praticamente tutti degli entusiastici elogi di dirigenti e seguaci di Scientology). Ma per la sua apologia, Maffia ha trasformato in informazione giornalistica l'ingannevole propaganda di Scientology: il Narconon sarebbe indipendente da Scientology; il Narconon vanterebbe "un considerevole tasso di successo nella riabilitazione"; la vicenda Narconon sarebbe iniziata "con la chiusura dei centri ad opera del giudice Mulliri" ecc. Asserzioni non vere che Maffia accetta con tanta sicurezza da riportarle come affermazioni sue, senza neppure usare quel briciolo di prudenza che avrebbe indotto qualunque giornalista a scrivere: "Secondo quanto dichiarato dal sig. Brambani, il Narconon nasce dal lavoro di ecc." E poi si inalberano quando li definiscono apologeti delle sette; è un mondo strano.

Maffia apre il suo articolo con la frase: la visita a un centro Narconon "offre uno spunto per un tragico bilancio del nostro sistema democratico". Per cui concludo i miei vaneggiamenti con: l'articolo di Maffia offre uno spunto per un tragico bilancio del nostro sistema dell'informazione.


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     Considerazione a margine

Qualcuno potrebbe chiedersi come mai Maffia cita, con l'entusiasmo con cui si annuncia la verità rivelata, una sentenza della Cassazione (forzandone il senso per renderla idonea al suo teorema), ma ignora del tutto un'altra sentenza della Cassazione, che ha sanzionato come truffa e abuso della professione medica proprio il Purification Rundown, che come visto in precedenza è il Narconon sotto un'altra veste. Si tratta di una sentenza che ha confermato una decisione della Corte d'Appello del 1990, la quale confermava una sentenza di primo grado del 1989, praticamente coeva al primo grado del processo di Milano, che è del 1991. Se Maffia avesse riportato anche quella sentenza, avrebbe mostrato un maggior equilibrato e dato un'informazione più completa ai suoi lettori, i quali avrebbero potuto leggere che, quando somministrate in grande quantità come richiede il Narconon, "le vitamine B1 e B6 possono determinare persino shock anafilattico e comunque possono determinare ipersensibilità; che la vitamina E può determinare iperdosaggio ed è pericolosa per i diabetici e per i cardiopatici; che dosi eccessive di vitamina A e D possono determinare ipervitaminosi", e che somministrare tali sostante "senza necessità terapeutiche e senza prescrizione medica su un terzo, costituisce abuso [della professione medica]", e che "anche una confessione religiosa non può certo garantire l’impunità a comportamenti illeciti, che di essa si servano come paravento" (7).

Curiosamente, la sentenza della Cassazione non menzionata da Maffia si era occupata anche dell'attività principale di Scientology: l'auditing (una metodica volta a far riemergere al fine di cancellarli gli engram, che sarebbero le esperienze dolorose sofferte in questa o nelle precedenti vite e impresse nel subconscio). Se Maffia fosse stato meno parziale, avremmo così letto che quella Cassazione confermava le condanne perché alle persone offese fu promessa "la soluzione o guarigione dei loro mali fisici o psichici o del loro malessere esistenziale, ovvero un ‘miglioramento della mente' [...] attraverso una ‘terapia' e non con l’adesione ad un credo religioso, per come fu da tutti percepita l’offerta" (8).

A mio avviso, la mancata citazione di quest'ultima sentenza, che ha pari dignità della prima, non è dovuta a malafede, ma più banalmente al fatto che il "vicino di casa che nessuno auspica" non l'ha segnalata al giornalista amico (o ha ordinato di non segnalargliela); e questi, venendo a meno a un dovere elementare del giornalismo, non ha dedicato a Google neppure qualche minuto, come invece ha fatto il sottoscritto che l'ha facilmente trovata. Troppo faticoso per un giornalista? Non credo, comunque si consideri che non serviva neppure sapere di quel processo, dato che è proprio quella Cassazione festosamente evocata da Maffia a sostegno del su elogio del Narconon ad esprimere una censura su come viene proposto il programma di purificazione che, come abbiamo visto, è la stessa cosa del Narconon:
In aderenza al principio giurisprudenziale sopra esposto, e fornendo ulteriori argomentazioni pienamente condivise da questa Corte, i giudici di secondo grado hanno dimostrato che l'attività svolta dagli operatori di Scientology, con riferimento alle dette sedute di "auditing" e di "purification", - laddove sono state sottoposte al trattamento persone malate - rientra perfettamente negli schemi del delitto di esercizio abusivo della professione sanitaria; dal che consegue l'obbligo dello Stato di reprimere detta attività, a meno che non venga esercitata da professionisti abilitati. Né è di alcuna importanza che gli adepti di Scientology possano attribuire alle sedute di "auditing" e di "purification" una valenza esclusivamente religiosa. Esse sono, infatti, obiettivamente pratiche con cui, in taluni casi, vengono somministrate cure a soggetti affetti da turbe psichiche, e dunque rientrano in ogni caso tra quelle per cui è necessario l'intervento di personale sanitario qualificato.
In base a queste considerazioni, le condanne relative al reato di abuso della professione sanitaria sono quindi divenute definitive (e dichiarate estinte dall'amnistia del 1990), insieme alle altre condanne - altrettanto definitive - per i reati di circonvenzione d'incapace, truffa, estorsione, violenza privata, maltrattamenti e abbandono di incapace.

Così come gli studi che presentano risultati straordinari, anche le sentenze andrebbero lette prima di citarle. Dovremmo quindi concludere che Maffia è un incompetente? No di certo. Maffia il suo mestiere lo sa fare bene, ma come tanti prima di lui - e più famosi di lui - anche Maffia è mosso da un'ideologia. Ha uno scopo da raggiungere; uno scopo che dal fervore che traspare dai suoi articoli assomiglia di più a una battaglia da combattere. Per cui, lui voleva scrivere un articolo che provasse una certa tesi, e il materiale idoneo a dimostrare quella testi ha cercato. O più probabilmente, quel materiale gli è stato fornito, e benedicendo la sorte con quel materiale ha scritto il suo pezzo. Un articolo che lo accomuna a personaggi come Caterina Boschetti, autrice del "Libro nero delle sette in Italia" e Alberto Laggia (9), autore del libro "I miei anni in Scientology" i quali, mostrando posizioni ugualmente preconcette, hanno operato come megafoni propagandistici proprio di quei "gruppi anti-sette collaboratori delle forze dell’ordine" contro cui Maffia si batte con determinazione. Gruppi anti-sette che, a questo punto, lo classificheranno un demoniaco apologeta delle sette e un nemico dichiarato.

Personalmente me ne rallegro, e ne spiego subito il motivo. Terminata la pirotecnica "era Introvigne", che gli antisette considerano (credo a torto) l'apologeta delle sette per antonomasia, finalmente c'è qualcuno all'altezza del sociologo torinese che ne raccoglie il testimone. Maffia è un giornalista in gamba e, stupidaggini come il "cinguettio degli uccelli" a parte, con la penna ci sa fare, per cui prepariamoci allo show: un bello scontro tra il "mucchio selvaggio", ossia gli antisette numerosi ma impreparati, e il cavaliere misterioso, ossia l'apologeta solitario ma abile polemista. (Adoro i film di Sergio Leone.)


Note:

1) Il maxiprocesso di Milano, baldanzosamente citato da Maffia, descrive il rapporto tra Scientology e il Narconon nei seguenti termini: "la c.d. «chiesa Scientology» e la sua diretta emanazione «centri Narconon»"; "L'organizzazione «chiesa di Scientology» (così come la sua diretta emanazione «centri Narconon»)".

2) Gianni Zanella è stato uno dei principali imputati del maxi-processo di Milano contro Scientology svoltosi negli anni '80. Per le imputazioni di quel procedimento Zanella fece molti mesi di carcerazione preventiva, il che dimostra due cose: 1) l'istituto della carcerazione preventiva è un'infamia; 2) Dio esiste. Quando frequentava il newsgroup free.it.religioni.scientology con il nick "Onofrio del Grillo", dove tradì la sua identità intervenendo per sbaglio con il suo indirizzo e-mail personale, Zanella mostrò una personalità che non lo rende di certo un vicino di casa desiderabile. In accordo con le prerogative mostrate quando si riteneva anonimo, Zanella è stato (o forse è ancora) a capo di OSA in Italia, il temuto dipartimento di Scientology che si occupa - diciamo così - di operazioni speciali.

3) È chiaro che definire le dichiarazioni di Scientology "poco aderenti alla realtà" è una perifrasi che, per usare le parole di Maffia, sarebbe corretto definire "una perversione feticista nei confronti dell’eufemismo".

4) Chi conosce come vanno le cose in Scientology non avrà alcun dubbio che l'incontro con il giornalista "amico", a cui far visitare un centro Narconon, è stata un'operazione interamente gestita da OSA, il temuto Ufficio per gli Affari Speciali di Scientology.

5) Entrambe le due interrogazioni non hanno neppure ricevuto risposta.

6) Tanto per citare uno degli innumerevoli casi (tutti simili) accertati da quel maxiprocesso che entusiasma Maffia, una persona affetta da infermità mentale (un'infermità "riconoscibile dalle persone incaricate dei trattamenti") fu convinta ad accendere un mutuo sulla casa per acquistare auditing per 75 milioni di lire. Come si sapeva fin dall'inizio, l'auditing non le diede alcun beneficio.

7) Questa la valutazione della Corte d'Appello di Bologna (confermata in Cassazione): "se si tiene conto che tali attività [sottoporre a saune e assunzioni di vitamine] venivano effettuate con metodiche e prescrizioni del tutto particolari - saune protratte per ore, con rilevanti perdite di liquidi, e vitamine o consimili prodotti propinati in dosi massicce ed in maniera tale da non tener conto delle eventuali diversità degli assuntori - non può che condividersi la conclusione del perito quando, anche a tacere degli aspetti di natura strettamente psicoterapica del programma, ha affermato che le pratiche connesse al c.d. ‘Purification Rundown’ appartengono al mondo della medicina ufficiale, in quanto fortemente incidenti su tutto il metabolismo".

8) Come ampiamente dimostrato dal processo di Milano tanto apprezzato da Maffia, rientra nella normalità quotidiana che all'auditing vengano sottoposti soggetti con problemi psicologici o addirittura affetti da infermità mentale, per cui il giudice di primo grado era arrivato alla seguente conclusione: "dunque è inammissibile che degli incompetenti, come i membri dello staff [gli operatori di Scientology], possano accostarsi a tali soggetti e intromettersi nei recessi della loro psiche, sia pure col pretesto di un aiuto spirituale, ma in realtà per svolgere un trattamento psicologico del tutto avventuristico, per i possibili danni cagionabili". 

9) È di pochi giorni fa la notizia che - nella causa che li vedeva contrapposti a Simonetta Po - Alberto Laggia, Maria Pia Gardini e le Edizioni Paoline sono stati condannati per plagio e al pagamento dei danni. Una sentenza che smaschera l'ennesima menzogna della Gardini, di cui il giornalista Alberto Laggia si è reso complice. (Di questa meschina vicenda si era parlato qui.)